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Weekend a Budapest tra cultura, gusto, relax e ruin bars

2025-01-18 19:32

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EUROPA, weekend,

Weekend a Budapest tra cultura, gusto, relax e ruin bars

UNGHERIA - EUROPA

Budapest, capitale dell’Ungheria, è una città bellissima che si affaccia sul Danubio. Lungo la sponda Ovest si trova Buda, medievale, con il suo castello. Ad Est si trova Pest, moderna e paradiso dell’architettura Art Nouveau. È definita anche “Perla del Danubio” e “Parigi dell’est” per il suo fascino che ammalia i visitatori. È la meta ideale per un viaggio all’insegna della “cultura” grazie ai suoi musei ed alle sue meraviglie architettoniche, del “gusto”, grazie alle sue famose pasticcerie, ai suoi caffè e ristoranti esclusivi, del “relax”, grazie alle sue terme e del “divertimento”, grazie ad una vivace vita notturna nei suoi “ruin pubs” o “ruin bars”. Noi l’abbiamo scoperta in un weekend percorrendo il Danubio, la sua via principale, con una crociera dopo il tramonto che, passando sotto i suoi sette ponti monumentali, ci ha consentito di ammirare il Palazzo Reale di Buda e il Palazzo del Parlamento di Pest illuminati di notte. Abbiamo poi dedicato un giorno a Pest. Abbiamo visitato le sue piazze, le strade del centro con i suoi negozi, il quartiere ebraico con la sua sinagoga ed i suoi ruin bars, i meravigliosi palazzi, le chiese, i suoi iconici monumenti ed i suoi musei ricchi di storia. Abbiamo dedicato il secondo giorno a Buda, molto diversa da Pest per la sua tranquillità. Un gioiello architettonico arroccato su una collina, con un Palazzo Reale meraviglioso, la chiesa di Mattia con le sue cupole e tegole multicolore ed il Bastione dei Pescatori, in stile neoromanico, da dove la vista su Pest è impressionante.

 

1° giorno - Abbiamo raggiunto Budapest con un volo della durata di 1 ora e 20 minuti, operato da Ryanair in partenza nel pomeriggio di venerdì da Bari. Al nostro arrivo, un Transfer prenotato su Booking, ci attendeva fuori dall’aeroporto, agli arrivi, attraversata la strada, per portarci nel cuore della città, al Molo 7, da dove partono, ogni ora, le crociere della “Legenda”. Un’esperienza imperdibile è quella di conoscere Budapest dal Danubio a bordo di una motonave. La città è bellissima la sera con i ponti illuminati: su una sponda il Palazzo del Parlamento sull’altra il Palazzo Reale. Ci sono numerosi tour lungo il fiume ma la “Legenda” oltre ad avere dei battelli nuovissimi, offre un’audioguida che racconta la storia dei monumenti lungo il percorso ed un drink di benvenuto. Il tour che parte la sera, quando il sole è già tramontato, si chiama “Danube Legend”, si può prenotare online e cancellare gratuitamente 24 ore prima, dura un’ora ed ha un costo per gli adulti di 21 euro mentre per i bambini sotto i 9 anni è gratis. Una volta terminato il tour ci siamo diretti verso il nostro Hotel “il Danubius Hotel Astoria”, aperto nel 1914. Soggiornare qui ti porta indietro nel tempo: i suoi specchi, i lampadari ed i tappeti evocano le atmosfere da Belle Époque. Abbiamo riservato un tavolo a cena presso il “Cafè Astoria and Restaurant” che serve un’ottima cucina classica ungherese e merita una visita per l’arredamento sontuoso. Dopo cena abbiamo passeggiato per il quartiere ebraico passando dal memoriale del Ghetto. Abbiamo terminato la nostra serata nel New York Cafè, definito il bar più bello al mondo. Attenzione però al tempo di attesa in fila per entrare ed ai prezzi. A proposito di prezzi eccessivi, abbiamo imparato sulla nostra pelle che non bisogna mai prendere un taxi a Budapest! I tassisti di questa città sono dei predatori e sono noti per le tariffe applicate ai visitatori stranieri. Un’alternativa che noi abbiamo usato e che consiglio assolutamente è scaricare l’app Bolt sullo smartphone e richiedere una corsa con un autista privato a prezzi davvero convenientissimi.

 

2° giorno – Il modo migliore per scoprire Budapest è a piedi. Dopo colazione, consumata tra gli arredi sontuosi del Cafè Astoria, abbiamo percorso un tratto della pedonale via Váci fino a Piazza Vörösmarty, punto di incontro con la guida di “Sfumature di Budapest” per un free tour, in Italiano, del centro. Piazza Vörösmarty è molto animata ed è sede di numerosi eventi. Durante il periodo natalizio qui si tiene il mercatino di Natale. Al centro della piazza si trova la statua in marmo di Carrara del poeta ungherese Mihály Vörösmarty, circondato dal popolo ungherese di ogni ceto sociale, protetta in inverno da un telone, in quanto soggetta a fessurazioni per il clima rigido della capitale ungherese. Se si osserva con attenzione la statua, nella sua base, si trova incastonata una moneta donata generosamente da un contadino per la realizzazione della scultura. Ad un estremo della Piazza si trova il famoso Caffè Gerbeaud, risalente al XIX secolo, il più raffinato ed elegante di Budapest. Di fronte a questo tempio del gusto la nostra guida ci ha parlato di tre famosi dolci ungheresi assolutamente da provare: Il primo dal nome impronunciabile Kürtőskalacs (Camino dolce), risalente al XVIII secolo ed originario delle regioni abitate dai Siculi della Transilvania. Ha la forma di un rotolo fatto di pan dolce e ricoperto di glassa al gusto di vaniglia, cioccolato, cocco, cannella, pistacchio; viene cotto in forni elettrici ovvero sulle braci. Ci ha consigliato di prenderlo da “Pichler”, un laboratorio artigiano gestito da una famiglia di italo- ungheresi anche se si trova dappertutto a Budapest: nei chioschetti per strada e nella metropolitana in quanto dolce da street food, assolutamente delizioso. Il secondo, la Torta Dobos inventata nel 1884, composta da 6 strati di pan di spagna con crema di burro e ultimo strato caramellato; ed il terzo il dolce denominato Zserbó inventato proprio da Emil Gerbeaud, fatto a strati di pasta frolla farciti da marmellata di albicocche, noci e cioccolato e tipico del periodo natalizio. Prima di arrivare sul Danubio siamo passati dalla Vigadó tér durante il periodo comunista ribattezzata “Piazza Stalin”: gli ungheresi cambiano sovente il nome di piazze e strade. Nello splendido Palazzo Vigadó, dalla facciata neoclassica ornata da statue che ha ospitato concerti, eventi di artisti di fama mondiale, attualmente si svolgono gli eventi più esclusivi e può anche essere prenotato da privati per matrimoni ed altri eventi di intrattenimento. Attraversando la strada, lungo il Danubio, sulla ringhiera che delimita i binari del tram (il n°2 costeggia il Danubio offrendo una vista spettacolare della città), si trova uno dei simboli di Budapest: la statua in bronzo della “piccola principessa” creata dallo scultore László Marton. La figura in realtà non rappresenta una principessa ma la figlia dello scultore che in quel momento stava giocando in giardino con un accappatoio come mantello ed un giornale come corona. Toccate con la stessa mano le ginocchia della piccola principessa perché si dice che questo porti fortuna economica. Dall’altra parte del Danubio si trova la Collina Gellért, a 140 metri sul Danubio , dedicata a San Gerardo, vescovo martirizzato nel XI secolo. Si racconta che egli fu messo in una botte chiodata e gettato nel Danubio, nel punto dove oggi è eretta la statua del Santo che ha una croce in mano nell’atto di benedire la città. In cima alla collina si trova un'altra statua simbolo di Budapest, il “Monumento della Liberazione”, edificato nel 1947, per celebrare i caduti dell’armata sovietica durante la seconda guerra mondiale. Proprio di fronte a questa collina la guida ci ha parlato delle terme cittadine ed in particolare: le “Terme Gellért”, costruite in stile Liberty nel 1918, ricche di mosaici e decorate con l’utilizzo di porcellana Zsolnay che sono sicuramente le più eleganti ed anche le più affollate nel fine settimana; i “Bagni Rudas” che si trovano ai piedi della Collina Gellért proprio in corrispondenza del ponte Elisabetta (bianco e dedicato alla principessa Sissi, molto amata dagli ungheresi ed uccisa a Ginevra da un anarchico italiano, Luigi Lucheni il 10 settembre 1898): le acque di queste terme sono leggermente radioattive tanto da essere vietate ai bambini al di sotto dei 14 anni; il bagno turco è stato costruito nel 1556 e nel fine settimana è aperto agli uomini ed alle donne. La guida consigliava di andarci all’apertura, alle 6 del mattino e consigliava altresì di bere dalla fonte di acqua calda all’ingresso in quanto si dice che la stessa sia elisir di giovinezza; infine ci ha parlato delle “Terme Széchenyi”, costruite tra il 1909 e il 1913 in stile neo-barocco a Pest: sono le più famose e spesso troppo affollate. Ci ha consigliato poi di visitare il Mercato Centrale di Vasarcsarnok (1897), turistico ma ottimo per comprare souvenir, miele e paprika. Proprio sul lungo fiume, prima di arrivare al Ponte delle Catene, sulla ringhiera in ferro che delimita il tram, si trova una delle tante piccole mini statue in bronzo disseminate a Budapest, tutte create dall’artista Mihaly Kolodko, cittadino ucraino con origini ungheresi. Esistono nel web delle mappe dei punti dove si trovano nascoste le sue statue, e se si ha tempo sarebbe bello scoprirle tutte. Nel nostro tour ne abbiamo incontrate diverse: la prima è denominata “libido” e rappresenta un cane fatto di palloncini, un omaggio allo scandaloso artista Jeff Koons conosciuto per i suoi animali di palloncini e le sue sculture gonfiabili e noto per essere stato l’ex marito di Ilona Staller, alias “Cicciolina”, ex attrice pornografica ed ex membro della camera dei deputati della Repubblica Italiana. Non è un caso che la scultura si trovi proprio di fronte ad un hotel spesso frequentato dalla moglie dell’artista, a detta della guida. Da qui siamo arrivati al famoso Ponte delle Catene. Sul ponte si affaccia anche il meraviglioso palazzo Gresham sede dell’hotel di lusso “Four Seasons”, dove anche Sofia Loren ha alloggiato in occasione del matrimonio del figlio, che ha sposato una donna ungherese nella vicina Basilica di Santo Stefano. Il Ponte delle Catene è stato inaugurato nel 1849 ed è stato il primo ponte a collegare Buda con Pest. Il conte István Széchenyi importò dal regno inglese il “know how” per la costruzione del ponte. Venne distrutto durante la seconda guerra mondiale ma poi ricostruito fedelmente. All’imbocco del ponte ci sono delle coppie di massicci leoni in pietra. Si narra che durante l’inaugurazione un bambino disse che i leoni non avevano la lingua e l’architetto progettista ne fu tanto imbarazzato che si gettò nel Danubio e scomparve. Durante il tragitto la guida ci ha insegnato qualche parola in ungherese come “buon giorno” ovvero “Jo napot” e “buono” ovvero “Jo”. L’Ungherese è una lingua difficilissima ma se si pronuncia qualche parola nell’ idioma locale la gente lo apprezza molto. La guida ci ha raccontato molto del popolo ungherese, pessimista e diffidente, nonché della lingua ungherese e dei tempi dei verbi: si utilizza solo il presente ed il passato, mai il futuro. Costeggiando l’ingresso laterale del “Four Seasons” si arriva fino alla Basilica di Santo Stefano (il primo re d’Ungheria incoronato il 20 agosto dell’anno 1000) con la sua cupola, alta 96 metri, dalla quale si gode di una vista spettacolare sulla città. La chiesa è stata terminata solo nel 1905 dopo mezzo secolo di lavori e questo perché durante i lavori la cupola crollò per difetti costruttivi. All’interno della Basilica si trova la mano destra mummificata di Santo Stefano. La ricorrenza del Santo si celebra il 20 agosto (giorno dell’incoronazione) da non confondersi con il Santo Stefano che si celebra il 26 Dicembre. All’interno della Basilica si trova anche il corpo di un famoso calciatore ungherese Ferenc Puskás, considerato un eroe nazionale, in quanto protagonista della partita del secolo quando, nel 1953, la nazionale di calcio ungherese ha battuto quella inglese a Wembley. La Basilica è il monumento più alto in città con i suoi 96 metri anche se durante la guerra fredda fu il Parlamento a superarla in quanto in cima alla cupola dello stesso (anch’essa alta 96 metri) venne eretta la stella rossa del partito. Nessun edificio a Budapest può superare i 96 metri ed il numero 96 deriva dall’anno 896, anno in cui i magiari, un popolo nomade proveniente dalle steppe siberiane si insediarono in questa terra fondando quella che è l’attuale Ungheria: la guida ha insistito più volte nel dire che gli ungheresi sono diversi dagli europei. Sulla strada che dalla Basilica va fino al Danubio si trova la statua di un poliziotto grasso, elogio alla cucina ungherese: toccare la pancia del poliziotto si dice porti fortuna in amore. Arrivati in Piazza della Libertà ci si trova davanti ad un monumento voluto dal governo Orban per celebrare il 70 esimo anno dall’invasione dell’Ungheria da parte della Germania Nazista e dall’olocausto costato la vita a circa 600 mila ebrei degli 800 mila che vivevano in Ungheria. Questo monumento è stato molto contestato in quanto l’Ungheria ha le sembianze dell’Arcangelo Gabriele con in mano un pomo attaccato dall’aquila (la Germania Nazista), attribuendo simbolicamente la colpa dell’olocausto solo alla Germania, senza considerare le gravi colpe dell’Ungheria e del partito delle croci frecciate, alleato di Hitler, che contribuì attivamente allo sterminio degli ebrei. Al fine di ristabilire la verità storica i discendenti delle vittime e molti cittadini comuni hanno eretto in adiacenza un altro monumento costituito da filo spinato ed oggetti personali delle vittime, foto e notizie del periodo. Al centro della Piazza vi è un obelisco destinato all’armata sovietica che non è stato smantellato dal Governo, in quanto per molto tempo tutelato a causa della presenza di corpi dei soldati sovietici nel suo sottosuolo. Oggi i corpi non ci sono più ma il monumento non è stato ancora smantellato. Intorno a questo monumento si trova un edificio Art nouveau sede dell’ambasciata d’America; atro edificio molto bello che si incontra qui è quello della Banca Nazionale ex Cassa di Risparmio Postale, in questa piazza si trova infine anche l’ex Palazzo della Borsa. Qui troviamo la statua di Ronald Regard, con un piede davanti all’altro, camminando verso l’ambasciata americana, per il suo ruolo durante la guerra fredda. In Piazza della Libertà si trovano altre due statuine in bronzo di Kolodko: si tratta di “Kermit” la rana del Muppet Show e a pochi metri di “un’ascia”. La storia di quest’ultima scultura è molto singolare perché Kolodko aveva qui installato in origine un colbacco, opera che venne poco dopo distrutta in segno di protesta con un colpo d’ascia: l’artista al posto del colbacco distrutto ha oggi posizionato proprio un’ascia. A soli 5 minuti a piedi dalla Piazza della Libertà si arriva al Parlamento, dove si riunisce l’assemblea nazionale ungherese, edificio simbolo della città ed imponente con i suoi 268 metri di lunghezza. Esso venne costruito tra il 1885 e il 1904 ed è inspirato al parlamento inglese. Per la sua costruzione venne indetto un concorso pubblico e sulla stessa piazza vennero edificati anche il secondo ed il terzo progetto classificato. Al suo esterno, mentre si scrive, non si trova la bandiera della comunità europea, probabilmente a causa dei rapporti tesi tra Orban e l’Europa, ma sono issate la bandiera ungherese e quella dei siculi (a simboleggiare che si tratta del parlamento di tutti gli ungheresi anche di quelli che oramai non vivono più in Ungheria). Dopo la prima guerra mondiale, infatti, l’impero austro ungarico perse i 2/3 del suo territorio tra cui la Transilvania, oggi appartenente alla Romania (terra dei Siculi che in Ungheria hanno il diritto di votare), nonché Fiume, perdendo di fatto l’affaccio al mar Mediterraneo. L’Ungheria continua a soffrire questa perdita ricordando la grandezza di un tempo. Al Parlamento si può accedere acquistando i biglietti, che si consiglia di prendere con largo anticipo dal sito ufficiale in quanto con altri tour operator si paga di più. La visita dura 45 minuti e avviene con audioguida in italiano. Al suo interno si trovano i gioielli della corona ungherese: la famosa corona attribuita a Santo Stefano in realtà è leggermente posteriore come datazione e dunque sicuramente non appartenente al Santo. Questi gioielli nel corso dei secoli furono rubati, seppelliti, perduti e dopo la seconda guerra mondiale vennero restituiti all’Ungheria, nel 1978, dall’America dove erano stati ritrovati. Ci siamo spostati a pochi minuti a piedi dal Parlamento, sul Danubio, dove si trova il memorial dell’olocausto opera di Can Togay e Gyula Pauer e che raffigura delle scarpe lasciate sull’argine del fiume alla rinfusa. Questo luogo molto emozionante, ricorda quanto accaduto la notte dell’8 gennaio del 1945 quando i componenti del partito filonazista delle croci frecciate si recarono nelle case degli ebrei lungo il Danubio, obbligando le persone ad uscire con la forza ed una volta sul lungo fiume, agli stessi veniva chiesto di levarsi le scarpe. Venivano legati a due a due, per risparmiare proiettili, sparavano solo ad uno di essi e poi venivano gettati nelle acque gelide del Danubio. Siamo rimasti veramente colpiti da questo luogo simbolico immaginando il terrore vissuto da questa gente, molti erano anche bambini. Abbiamo poi lasciato questo luogo di dolore per dirigerci a pranzo nella prima Strudel House di Budapest a pochi minuti dalla Basilica di Santo Stefano, dove abbiamo assaggiato lo stinco di maiale accompagnato con un bicchiere di vino locale e lo strudel tradizionale ungherese servito con cannella e panna. Abbiamo concluso il pranzo con la tradizionale Pálinka, un distillato tipico molto alcolico ricavato dalla frutta. Abbiamo brindato senza far tintinnare i bicchieri però, in quanto si dice che nel 1849, quando gli austriaci giustiziarono 13 rivoluzionari ungheresi, essi fecero tintinnare i bicchieri e, dunque, meglio evitare di farlo in pubblico. Altro liquore tipico di Budapest è l’amaro Unicum, ideato dal medico Zwack per Giuseppe II, sovrano asburgico. C’è anche una curiosa storia legata a questo amaro. In origine la ricetta dell’unicum era custodita da due fratelli ma, dopo la seconda guerra mondiale, l’azienda dei fratelli Zwack venne nazionalizzata dai comunisti, i due fratelli escogitarono per l’azienda una ricetta falsa ed emigrarono: János negli Stati uniti e Béla in Italia dove, quest’ultimo, a partire dal 1950, lavorò alla ricetta originale. L’azienda venne riportata in Ungheria solo nel 1989 quando cadde il comunismo ed oggi qui a Budapest si trova un interessante museo dedicato a questo amaro. Dopo pranzo abbiamo percorso a piedi Andrássy út, viale patrimonio dell’Unesco, che collega il centro al Városliget, il Parco cittadino. Sul viale si trovano dei palazzi molto importanti: il Teatro dell’Opera (1875-1884) in stile neorinascimentale, di fronte il Palazzo Dreschsler, in stile art nuveaou, un tempo sede del Balletto di Stato. Al n. 60 si trova la Casa del Terrore (Terror Háza)aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Sulla facciata ci sono le foto di quanti sono stati vittime del totalitarismo e la parola terrore è intagliata nella tettoia metallica e si riflette sulla facciata grigia. Era la sede del partito delle croci frecciate e quartier generale della polizia segreta ungherese, alleato di Hitler, in gran parte responsabile del rastrellamento degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Dopo la guerra e fino al 1956 divenne sede della polizia segreta sovietica AVO e della AVH e successivamente ufficio del partito comunista ungherese. In questo museo è documenta la crudeltà del totalitarismo, inaugurato nel 2002, racconta la storia dell’Ungheria dal 1944 fino al 1989. Noi lo abbiamo visitato con una audioguida in italiano in poco più di due ore. All’interno si trova riprodotta, negli scantinati, una prigione con gli strumenti di tortura della polizia sovietica e le foto di tutte le vittime della dittatura, viene raccontata la propaganda, la rivoluzione ungherese del 1956 e le manifestazioni degli anni 80 che portarono alla caduta del muro di Berlino. Ad un certo punto si percorre un labirinto di muri costruiti con simboliche saponette in ricordo degli ebrei uccisi. Usciti dal museo abbastanza scossi dalla storia, abbiamo proseguito la nostra passeggiata lungo Andrássy út fino a Piazza degli Eroi con il monumento eretto in occasione del millesimo anniversario dell’insediamento magiaro. In questa piazza si trova da un lato il Palazzo dell’Arte che ospita interessanti mostre e dall’altro il Museo di Belle Arti con una collezione di pezzi greci, romani ed egizi ed una fornita collezione di pittura europea dal XIV e XIX secolo e di opere del XIX e XX dell’impressionismo e post impressionismo francese. A Budapest ci sono molti musei e se si ha intenzione di visitarli con la Budapest Card si può entrare gratis in molti di essi oltre ad aver la possibilità di viaggiare sui mezzi gratuitamente. Oltre piazza degli eroi si apre il Parco cittadino Városliget che costeggia il Castello di Vajdahunyad. Nel parco i budapestiani sono soliti passeggiare, visitare lo zoo, andare alle terme Széchenyi. In estate generalmente si noleggiano barche e pedalò per un giro sul lago. In inverno qui è installata la pista di pattinaggio più grande d’Europa in uno scenario mozzafiato. Se volete pattinare, acquistate il biglietto sul sito ufficiale dove ci sono anche degli sconti famiglia per il noleggio dei pattini, ma preparatevi, vista la grande affluenza, anche a lunghe fila all’entrata, soprattutto se non avete con voi i pattini e dovete noleggiarli. Dopo tanta cultura eccoci pronti ad una serata nei “Romkocsmak”, i bar in rovina. Nel tardo pomeriggio ci siamo spostati prima nel più famoso Ruin pub di Budapest, il Szimpla Kert, per uno spritz e poi, per cena, in un altro ruin pub molto caratteristico, il Mazel Tov. I ruin pubs sono opifici e cortili abbandonati e recuperati da cooperative di giovani, utilizzando i più svariati materiali di riciclo. Il Szimpla Kert, è a soli 5 minuti a piedi dal nostro hotel. Attenzione però perché dopo le 21 non è permesso più l’accesso ai bambini. Il Szimpla kert è in una palazzina a due piani con un cortile interno dall’aspetto abbandonato e poco illuminato dove un tempo sorgeva una fabbrica di stufe. Qui la domenica mattina si tiene anche il mercato dei contadini ed ogni giorno c’è musica dal vivo o una festa. All’interno si trovano oggetti d’antiquariato e modernariato, accanto a banconi e tavolini, qui si trova una vecchia vasca da bagno ed i sedili di una Trabant trasformati in poltrone. Nel quartiere ebraico oltre ai ruin pubs, si trovano la maestosa sinagoga, il muro del ghetto ed il memoriale del ghetto. Si resta colpiti anche dalle numerose facciate dei palazzoni con murales che sono vere e proprie opere di street art. Per cena abbiamo scelto Il Mazel Tov, un caratteristico ruin pub che serve piatti della cucina israeliana fusion: l’esterno sembra un edificio abbandonato ma all’interno è come stare in un grande giardino dove c’è musica dal vivo e ci si può davvero rilassare in un ambiente raffinato.

 

3° giorno – L’ultimo giorno, dedicato a Buda, abbiamo lasciato i nostri zaini in hotel e, con Bolt, ci siamo diretti in piazza Széll Kálmán, dove avevamo riservato il tour a piedi del quartiere con “Sfumature di Budapest”. Se si ha la possibilità, i tour organizzati in italiano dai giovani di “Sfumature di Budapest” sono eccezionali, i loro racconti sono incredibili e si comprende molto della cultura e della storia di Budapest. I tour si possono prenotare direttamente dal loro sito. In questa piazza si trova la statua di Kolodko di Bleat Elek, il protagonista principale della serie dei cartoni animati degli anni 70: nella mano della statua si trova una targa con un’ inscrizione “Piazza Mosca”, che era il nome originario della Piazza. Qui si erge l’antico Palazzo Postale costruito nel 1921 in stile eclettico – art Nouveau, esso ospita oggi il museo del denaro ungherese. Prima del fiorino ungherese in Ungheria vi era il Pengő, ma dopo la seconda guerra mondiale lo stesso soffri un alto tasso di iperinflazione e perse valore, tanto che si arrivò ad emettere un taglio di banconote di 100 milioni di bilioni. Il 1 agosto del 1946 si stabilizzò l’economia ungherese con l’introduzione di una nuova valuta il fiorino ungherese. Continuando a salire si arriva alla porta di accesso del quartiere del Castello dove il cartello Budai Vár è scritto in una lingua antica, il “runico”, il più antico alfabeto al mondo. Ultimamente questo alfabeto viene insegnato ai giovani nelle scuole e ci sono sempre più indicazioni dei principali monumenti in questo idioma. Nel corso dei secoli questa parte della città ha subito devastazioni dai mongoli, turchi, dai nazisti e dai sovietici ma è stata poi ricostruita. Abbiamo visitato con la guida le rovine della Chiesa di Maria Maddalena, convertita in moschea sotto i turchi e ridotta in macerie durante la seconda guerra mondiale. Di essa è rimasta solo la torre del XV secolo, qui è riprodotta una copia del mantello di Santo Stefano che unitamente alla mano mummificata del Santo sono le uniche cose rimaste del primo re ungherese. Percorrendo le vie della città vecchia, a Fortuna Utca si incontrano edifici con pittoresche facciate colorate e con graziosi tetti a spiovente e si arriva ad un edificio con il tetto a rombi che ospita gli Archivi di Stato. Su questa strada si trova il “Pest Buda Hotel”, edificio che risale al 1696, con un ristorante che è il più antico di tutta Budapest. Più avanti si trova l’Hilton hotel e prima di arrivare alla chiesa di Mattia si incontra la statua di Mattia Corvino, il re più amato dall’Ungheria. Il suo soprannome “Corvino” deriva dall’uccello posto sul suo stemma; egli sposò in terze nozze Beatrice di Aragona. Nella Chiesa di Mattia venne incoronato anche l’imperatore asburgico Francesco Giuseppe e la principessa Sissi; la messa di incoronazione venne composta dal famoso compositore Franz Liszt. La chiesa in origine era molto semplice ma venne ristrutturata dagli Asburgo tra il 1873 e il 1896 con il tetto a rombi, le vetrate e le splendide facciate decorate. Appena dietro la chiesa si trova il Bastione dei Pescatori costruito agli inizi del XX secolo, qui abbiamo fatto merenda con un kürtőskalacs, in un delizioso chioschetto. Dal Bastione si gode di una vista sul Danubio ed il Parlamento meravigliosa, in prossimità vi è la statua di Santo Stefano, ed un negozio dove abbiamo acquistato, in ricordo dell’Ungheria, un cubo di Rubik inventato proprio qui dall’architetto ungherese Erno Rubik ed una penna a sfera inventata proprio a Budapest da Làszlò Bìrò. Non si può andare via da Budapest senza aver fatto un salto da Ruszunwurm, pasticceria fondata dal 1827, frequentata dalla principessa Sissi , dove nulla è cambiato dalla sua apertura. Proprio nel Castello di Buda si trova poi un altro piccolo caffè che fa uno strudel buonissimo il “Buda Retesvar – strudel”, assolutamente da provare. Ed eccoci finalmente al Castello di Buda, ovvero il Palazzo Reale che raggiunge il suo massimo splendore con il re Mattia Corvino e Beatrice d’Aragona. Nel quartiere del castello c’è una via chiamata “degli italiani”, perché Beatrice qui portò tutta la sua corte, cambiando quelle che erano le abitudini ungheresi e trasformando Budapest in uno dei centri rinascimentali più importanti al mondo. Il castello fu conquistato dai turchi ed occupato dai fascisti durante l’ultima resistenza del 1945. Abbiamo salutato la guida ed i nostri compagni di viaggio davanti alla fontana di Mattia, situata nel cortile del Castello, capolavoro neobarocco che rappresenta una scena di caccia del re, con gli eleganti bracchi ungheresi, ricordando un altro cane ungherese famoso, il “komodor”, il cane con i rasta. Nel quartiere se si ha tempo ci sono dei musei interessanti e la casa di Houdini, il grande illusionista nato a Budapest, quest’ultimo ubicato tra il Palazzo reale ed il Bastione dei Pescatori. Se si ha tempo si può scendere lungo il giardino del Castello fino al Ponte delle Catene con la guida o fermarsi prima nella splendida terrazza panoramica del “Leo Rooftoop Restaurant”. Non potevamo lasciare Budapest senza un ultimo assaggio della cucina locale e così con Bolt abbiamo raggiunto il Parlamento dove a soli 4 minuti a piedi si trova un ristorantino piccolo ma molto tradizionale e consigliatissimo chiamato “Tulipano” dove abbiamo assaggiato sia il Gulash che in Ungheria è una zuppa (gulyás) con bocconcini di manzo, patate , cipolle, pomodori , peperoni insaporiti con paprica, aglio e cumino e sia il Pörkölt, “lo spezzatino”, ovvero il piatto più mangiato dagli ungheresi che assomiglia all’idea del gulash che hanno gli italiani con il sughetto in cui intingere gli gnocchetti di farina, uova e acqua (Galuska). Abbiamo poi passeggiato verso il nostro hotel, da dove, una volta presi gli zaini, un transfer ci avrebbe portato all’aeroporto di Budapest al terminal 2B per il nostro viaggio di ritorno a Bari previsto nel tardo pomeriggio di domenica.

 

-----INFORMAZIONI PRATICHE-----

 

COME ARRIVARE

Ci sono numerosi voli low cost che collegano l’Italia a Budapest (Wizz Air e Ryanair), noi abbiamo volato da Bari con Ryanair (circa 1h 20m). Per il transfer da/al aeroporto abbiamo usato booking (costo della corsa ca 25 € andata/ritorno).

 

COME SPOSTARSI

Budapest è una città che si gira a piedi. Se si vogliono usare i mezzi pubblici si può acquistare la Budapest Card (https://www.budapestinfo.hu) con la quale è possibile viaggiare gratis ed anche accedere gratis o a prezzi scontati a musei e terme. Consigliatissimo è scaricare l’app Bolt e prenotare le corse con un autista privato a prezzi convenientissimi (per andare dal centro di Pest alla collina di Buda la corsa costa ca 9 euro). Assolutamente sconsigliato è prendere il taxi, in quanto i taxisti di Budapest sono dei predatori e applicano ai turisti stranieri delle tariffe eccessive. A noi hanno chiesto 70 € dal Parco cittadino Városliget al Szimpla Kert, nel quartiere ebraico. Si racconta che siano arrivati a chiedere anche 300 euro per una corsa cittadina.

 

DOVE MANGIARE

Nella zona di Pest, tra le pasticcerie più caratteristiche si consiglia il “New York Cafè” (https://newyorkcafe.hu/en/), definito il caffè più bello al mondo. Attenzione però al tempo di attesa in fila per entrare ed ai prezzi. Sul sito è possibile riservare un tavolo per evitare lunghe attese.

Nella centralissima piazza Vörösmarty a Pest si trova il Caffè Gerbeaud (https://gerbeaud.hu/en/), risalente al XIX secolo, il caffè più raffinato ed elegante di Budapest. Le torte di questo caffè valgono già da sole la visita di Budapest.

Da Pichler Chimney Cake & Gelato, Budapest, Kossuth Lajos u. 4 ( https://www.pichlerbudapest.com/) si va per un kürtőskalács da non perdere. Si tratta di un laboratorio artigianale gestito da una famiglia italo-ungherese.

Nei pressi della Basilica di Santo Stefano consigliatissima è la prima “Strudel House” di Budapest (https://reteshaz.com/). Prenotate online ed assaggiate lo stinco di maiale accompagnato con un bicchiere di vino locale. Qui ci sono differenti varietà di strudel: quello tradizionale ungherese è servito con cannella e panna. Terminare con la “Pálinka”, un distillato tipico molto alcolico ottenuto dalla frutta o con l’amaro “Unicum” contenente 40 erbe.

Nei pressi del Parlamento si consiglia il ristorante “Tulipano” (https://tulipanorestaurant.hu/it/), tipico ungherese. Prenotate online ed assaggiate il Gulash che in Ungheria è una zuppa e il Pörkölt, il piatto più mangiato dagli ungheresi, che assomiglia all’idea del Gulash che hanno gli italiani, con il sughetto in cui intingere gli gnocchetti di farina, uova e acqua.

Nel quartiere ebraico merita assolutamente una visita il “Mazel Tov” (https://mazeltov.hu/en), un caratteristico ruin pub che serve piatti della cucina israeliana fusion in un edificio abbandonato con all’interno un grande giardino dove c’è anche musica dal vivo e ci si può davvero rilassare in un ambiente chic.

Il ristorante più famoso di Budapest è nei pressi di piazza degli Eroi, si chiama Gundel (https://gundel.hu/en/) fondato nel 1894, è un locale esclusivo dove è necessaria la prenotazione, formale, a cena è necessario rispettare un dress code, e non è certo un locale economico.

Nella zona di Buda, la pasticceria più caratteristica e che merita sicuramente una visita è “Ruszunwurm” (https://ruszwurm.hu/en/home/), fondata dal 1827, dove nulla è cambiato dalla sua apertura, frequentata anche dalla principessa Sissi.

Per assaggiare uno Strudel fatto secondo la ricetta tradizionale nel bastione del Castello si trova il “Budavári Rétesvár” (https://www.budavariretesvar.hu/), un bar piccolo e accogliente, assolutamente da provare.

Prima di lasciare la collina di Buda merita una visita il “Leo Rooftoop Budapest” (https://www.leobudapest.hu/en), presso l’Hotel Clark con una terrazza da cui si vede tutta la città.

 

DOVE DORMIRE

Nella zona di Pest abbiamo scelto l’hotel 4 stelle “Danubius Hotel Astoria”, situato nel quartiere ebraico ed adiacente la fermata della metro (https://www.danubiushotels.com/en/our-hotels-budapest/danubius-hotel-astoria), aperto nel 1914, dal primo direttore che era stato al Waldorf Astoria di New York. Soggiornare qui ti porta indietro nel tempo in atmosfere da Belle Epoque. Ottimo anche il Cafè Astoria and Restaurant. L’abbiamo prenotato su Booking.

Consigliatissimo, sempre a Pest, per la posizione centrale ed i prezzi competitivi è il “Bohem Art Hotel” (https://bohemarthotel.hu/), 4 stelle a due passi dal Mercato Centrale e Váci Utca, la via pedonale dello shopping di Budapest, è arredato come una galleria d’arte moderna.

Per un soggiorno lussuoso si può scegliere il “Corinthia Budapest” (https://www.corinthia.com/en-gb/budapest/) ed il “Kempinski Hotel Corvinus” (https://www.kempinski.com/en/hotel-corvinus-budapest), dove all’interno si trovano delle Spa lussuosissime nel cuore di Pest.

Per un soggiorno da favola si consiglia il Four Seasons Hotel Gresham Palace Budapest, in un palazzo “art nouveau”, nel cuore di Budapest, di fronte il ponte delle catene, a due passi dalla Basilica di Santo Stefano, anche questo dotato di Spa lussuosa  e suite da sogno.

Nel cuore di Buda si consiglia il “Pest Buda Hotel” costruito nel 1696 ha 11 stanze finemente arredate nella caratteristica Fortuna Utca (https://www.pest-buda.com/main-page.html). Ha un ottimo ristorante, il più antico di Budapest.

A Buda uno degli hotel più noti, vista l’idea di inglobare una chiesa domenicana del XIII in una struttura moderna è l’Hilton Budapest (https://www.hilton.com/it/hotels/budhitw-hilton-budapest/). Ha camere semplici ed un ristorante con vetrate sul Bastione dei Pescatori e Parlamento.

 

COSA VISITARE

Le Terme fanno parte della cultura di Budapest: Le più eleganti ed anche le più affollate nel fine settimana sono le terme Gellert (https://www.gellertfurdo.hu/) costruite in stile Liberty nel 1918, ricche di mosaici e decorate con l’utilizzo di porcellana Zsolnay. Si consiglia di visitare le terme Rudas (https://www.rudasfurdo.hu/) all’apertura alle 6 del mattino e di bere dalla fonte di acqua calda elisir di giovinezza. Le terme Széchenyi (https://www.szechenyifurdo.hu/) costruite tra il 1909 e il 1913 in stile neo-barocco a Pest, sono le più famose e spesso troppo affollate.

Assolutamente da visitare è il Museo Casa del Terrore (https://www.terrorhaza.hu/en/), al n.60 di Andrássy út, documenta la crudeltà del totalitarismo delle dittature fascista e comunista.

Il Museo di Belle Arti della capitale magiara (https://www.mfab.hu/) merita una visita per il suo edificio e la ricca collezione di opere e perché teatro della cosiddetta “Operazione Budapest”(raccontata in un docufilm disponibile su Amazon Prime): in piena guerra fredda sette capolavori del Rinascimento vennero sottratti da una banda di italiani per poi essere ritrovati in Grecia.

Nella zona di Buda se si ha tempo meritano una visita il Museo delle monete (https://www.penzmuzeum.hu/en/) per la sua importante collezione numismatica, la Casa Houdini (https://www.houseofhoudinibudapest.com/) dedicata al famoso illusionista nato a Budapest, nonché la Galleria Nazionale Ungherese nel Castello (https://en.mng.hu/).

 

COSA COMPRARE

Nel Mercato di Vasarcsarnok (1897) si può anche pranzare ma è ottimo per comprare souvenir, miele e paprika (https://piaconline.hu/nagycsarnok/)

Il più famoso Ruin pub di Budapest è il Szimpla Kert. Ottimo per un aperitivo o per mangiare in una fabbrica di stufe abbandonata con giardino ma anche per acquistare prodotti dei contadini nel mercato domenicale (Szimpla Kert Ruin Bar | Ruin Bars Budapest).

 

COSA LEGGERE PRIMA DI PARTIRE

La rivista Dove nel Novembre 2024 ha pubblicato l’articolo “Budapest – L’arte delle Donne”, itinerario di 3 giorni nella capitale unghere. Sul web si trovano numerosi speciali dedicati a Budapest, tra i quali, meritano menzione: https://viaggi.corriere.it/europa/budapest/. e, https://viaggi.corriere.it/weekend/budapest-48-ore/. Della Lonely Planet merita l’articolo “Un bagno di romanticismo a Budapest e sul Danubio” della pubblicazione “Europa in 100 WEEKEND”; sempre della Lonely Planet acquistate la guida “Budapest e Ungheria” e l’edizione pocket “Budapest”, pratica e da portare sempre con sè. Interessante è il contenuto della Guida Verde Week & GO Michelin di Budapest. Assolutamente imperdibile è la Rough Guide su Budapest edita da Feltrinelli per i contenuti multimediali ed i consigli “per non essere solo turisti, ma veri viaggiatori”. Interessante è l’articolo dedicato all’architettura del 900 con l’occidentalizzazione di Budapest del libro “Città dei Balcani, città d’Europa” edito da ARGO.

 

QUALI FILM VEDERE

L’Ungheria e Budapest hanno attirato importanti produzioni di Hollywood tra cui Evita, Blade Runner e Dune. Ricchi di scorci sulla città sono Spy Game con Brad Pitt e Robert Redford, Le Spie con Eddie Murphy e Owen Wilson e Spy con Melissa McCarthy e Jude Law. L’industria del cinema ungherese nel 2016 con Il figlio di Saul ha anche vinto l’oscar.

 

BIGLIETTI E TOUR

Il modo migliore per scoprire Budapest, i suoi iconici monumenti, la sua cultura e la sua storia è con i tour organizzati da Sfumature di Budapest  (https://www.sfumaturedibudapest.com/). Consigliamo di fare il free tour una volta arrivati per le informazioni utilissime per visitare la città. Consigliatissimo anche il tour di Buda, Pest e del Quartiere ebraico.

Ci sono numerose crociere turistiche sul Danubio (in alcune si può anche cenare), noi abbiamo scelto Legenda City Cruise (https://legenda.hu/it) per l’ottimo rapporto tra qualità e prezzo con audioguida in italiano e drink di benvenuto. La crociera dura 1 ora e parte dal Molo 7.

Per visitare il Parlamento all’interno, acquistate i biglietti con largo anticipo per evitare il tutto esaurito dal sito ufficiale: (jegymester.hu). Da altri siti i biglietti possono arrivare a costare anche il doppio. Le visite durano 45 minuti con audioguida in italiano.

La pista di pattinaggio di Városliget è la più grande pista di pattinaggio all’aperto d’Europa, se siete a Budapest in inverno è una esperienza assolutamente da fare. Per la prenotazione dei biglietti consultate il sito ufficiale( Városligeti Műjégpálya - Főoldal). Attenzione alla fila all’entrata in quanto c’è sempre molta affluenza.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

Fig 1- La Piccola Principessa; Fig. 2 – La Basilica di Santo Stefano; Fig. 3 – Il Parlamento; Fig. 4 –  Il Museo - Casa del Terrore; Fig. 5 – Il Bastione dei Pescatori con la Statua di Santo Stefano; Fig 6 –  La Chiesa di Mattia. Anteprima – Il Ponte delle Catene.

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