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Un weekend nella Capitale Europea della Cultura 2025: Gorizia e Nova Gorica

2025-03-03 20:25

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EUROPA, weekend,

Un weekend nella Capitale Europea della Cultura 2025: Gorizia e Nova Gorica

ITALIA - SLOVENIA - EUROPA

Questo è l’anno di GO!2025, con l’italiana Gorizia e la slovena Nova Gorica un tempo divise ed oggi unica capitale europea della cultura: la prima transfrontaliera. Siamo arrivati a Gorizia da Piazza Sant’Antonio, l’accesso che storicamente dalla pianura portava al centro storico ed abbiamo alloggiato a Palazzo Lantieri. Questa dimora è più di un semplice luogo dove dormire: ha ospitato personalità illustri come Goethe e Casanova ed è un contenitore di importanti opere d’arte contemporanee. Abbiamo esplorato poi Piazza Transalpina (Trg Evrope) dove le due città, un tempo divise, oggi guardano al futuro come una sola identità multiculturale. Abbiamo percorso quello che era il confine tra Italia e Jugoslavia, tra Europa Occidentale ed Orientale, confine oggi simbolo di scambio e condivisione. Abbiamo attraversato più e più volte la frontiera, tra Piazza Transalpina e il museo del contrabbando di Pristava, grazie ad una esperienza unica, il “tour del contrabbando”, fingendoci contrabbandieri per un giorno. Abbiamo vissuto il ricco calendario delle mostre organizzate in occasione di GO!2025, passando dai colori accesi delle icone della PopArt di Andy Warhol al grigio del Carso ed al verde dell’Isonzo, raccontati dalle parole di Ungaretti, Poeta e Soldato, percorrendo, insieme a lui, nel Museo di Santa Chiara, i luoghi della grande guerra. Il nostro è stato anche un week end di musica e di colori con la “Guggenmusik”, la sfilata del Carnevale Europeo in Piazza Vittoria ed un weekend enogastronomico tra Gorizia e dintorni. Nel centro città abbiano provato i piatti della cucina tradizionale mentre, fuori città, a San Michele del Carso, abbiamo gustato i sapori di confine, nella Lokanda Devetak, attiva dal 1870, dove la famiglia che la porta avanti, oramai da due secoli, è simbolo di resilienza, resistenza ed amore per la terra.

 

INTRODUZIONE A QUESTE DUE CITTÀ DIVISE DA UN CONFINE MA DA SEMPRE UNITE DALLA STORIA:

Gorizia oggi si trova in Friuli Venezia Giulia ma un tempo apparteneva all’impero austroungarico di cui conserva ancora numerose influenze ben visibili nell’ elegante architettura di palazzi, giardini, caffè storici e negozi del centro. Diventata italiana solo dopo la fine della prima guerra mondiale che l’ha vista teatro di combattimento sul fronte dell’Isonzo, fiume patrimonio della cultura europea, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, la città venne divisa in due dal confine tra Italia e Jugoslavia, segnato mediante la costruzione di un muro in filo spinato e calcestruzzo, “il muro goriziano”. Oltre la Stazione, in Jugoslavia, l’anno successivo nasceva Nova Gorica che si sviluppò negli anni 50 e 60 grazie alle brigate giovanili di Tito e con un piano urbanistico di Edvard Ravnikar, allievo di Le Corbusier, che aspirava alla costruzione della città ideale. Dopo la disgregazione della Jugoslavia, negli anni 90, e l’indipendenza della Slovenia, che nel 2004 entrava in Europa e, nel 2007, nello Spazio Schengen, si delineò la caduta del muro e finalmente le due città furono libere di unirsi.

 

IL NOSTRO ITINERARIO PER UN WEEKEND TRA CULTURA, MUSEI ED ESPERIENZE LOCALI:

Abbiamo raggiunto il Friuli Venezia Giulia, volando sull’Aeroporto di Trieste con Ryanair in poco più di un’ora partendo da Brindisi. In Aeroporto a Brindisi, con la compagnia SABA, abbiamo riservato online un parking per la nostra macchina proprio di fronte alle partenze. Nel pomeriggio, arrivati a Trieste, nel Terminal dell’aeroporto, abbiamo ritirato una macchina noleggiata attraverso Booking con la compagnia Maggiore. Da qui ci siamo diretti verso Gorizia, raggiungibile in solo mezz’ora di tragitto dall’Aeroporto.

 

Alloggiare a Palazzo Lantieri: storia e fascino

Siamo arrivati in città da piazza Sant’Antonio, splendida con il suo colonnato appartenente all’antico monastero francescano, attivo dal XII secolo fino alla fine del XVIII secolo. Qui si trova una dimora storica, dove abbiamo alloggiato per due notti, Palazzo Lantieri, costruito nel XIV secolo , ampliato nel 1500 e, nel tempo, riferimento culturale per molti illustri visitatori da tutta Europa. Il palazzo è meraviglioso e non solo per la sua storia, i suoi arredi, i quadri, le foto e i personaggi illustri che vi sono stati accolti (Goethe, Schiller, Goldoni, Casanova, Napoleone Bonaparte, Papa Pio VI, che passò di qui nel 1782 mentre si recava alla corte di Vienna ed è qui raffigurato in un quadro all’interno di una delle sale), ma, soprattutto, per la gentilezza, l’accoglienza e la cordialità dei proprietari, la Contessa Carolina De Levetzow Lantieri e sua figlia Diana, che, attraverso i loro racconti, ci hanno permesso di comprendere l’incredibile storia ed il fascino di questo palazzo. Da qui sono passati anche i partigiani Titini, seminando distruzione, ma la famiglia Lantieri non lo ha mai abbandonato mentre tutte le loro proprietà oltre il confine sono finite espropriate. La dimora, un tempo abitata da mecenati e frequentata da artisti, oggi continua la sua vocazione quale contenitore culturale di importanti opere contemporanee di artisti come Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto. Seduti sui divanetti del salone dei genitori della contessa, dove il tempo si è fermato, circondati da ritratti e foto di famiglia, abbiamo gustato un Brut prodotto sul confine, il “Sinefinis Rebolium”. Questo vino bianco frizzante dal nome evocativo di “Sinefinis”, ovvero “senza confini”, come ci ha spiegato Diana, unendo uve italiane e slovene con le sue radici nel Collio e nel Brda, è un precursore del progetto Nova Gorica e Gorizia 2025, e racconta una storia di unità e condivisione. Possiamo cominciare a descrivere così GO!2025, attraverso la collina indivisa del vino italiana e slovena che ha dato nuova vita alla Ribolla. Abbiamo lasciato Palazzo Lantieri solo per cenare in Piazza Sant’Antonio, dove si trovano numerosi locali frequentati anche dopo cena, da giovani che qui parlano l’italiano, lo sloveno, il friulano con i rispettivi dialetti ma anche diverse lingue del mondo condividendo desiderio di vita, amicizia e pace in un ideale di multiculturalismo e plurilinguismo. Noi abbiamo scelto  Atmosfere La Stüa- Wine beer & grill restaurant che serve anche ottimi antipasti e primi ma che ha come specialità carni alla brace provenienti da tutto il mondo ed una selezione di vini e birre locali. Gli arredi sono moderni e di design ed il colore del legno è avvolgente e caldo. Si tratta di un locale raffinato e originale dove gustare piatti con prodotti di eccellenza in uno dei luoghi più belli della città, il chiostro di Sant’Antonio. Dopo una notte rigenerante in un comodo letto alla francese e nel silenzio della dimora che si affaccia su un meraviglioso giardino persiano del ‘500 è stato bello far colazione vivendo la storia in prima persona. Dopo colazione e due chiacchere con Diana eccoci pronti per una imperdibile visita di Palazzo Lantieri con la contessa Carolina De Levetzow Lantieri. Ci racconta che i suoi antenati dal castello di Paratico (dove sostò anche Dante Alighieri) si spostarono prima a Lubiana e poi a Gorizia, dove acquistarono, nel 1500, il Palazzo appartenuto ai Conti di Gorizia. La contessa definisce la sua famiglia “europea”: madre tedesca, padre italiano, una nonna francese e l’altra russa, nonno di una famiglia tra la Danimarca e Nord Meclemburgo. Dopo gli studi in Germania e a Parigi è ritornata a vivere a Gorizia sposando il Conte Piccolomini da Siena con il quale ha cinque figli. Partiamo insieme a lei dall’interno della corte, il nucleo storico del palazzo dove si trova l’antica porta della città chiamata anche “Porta Vienna”. Ci accompagna dapprima in una sala dove si trovano degli affreschi realizzati per l’arrivo dell’imperatore Carlo V che raccontano l’assedio turco di Vienna, soffermandosi a descrivere ogni singola scena e poi ci racconta dello stemma della sua famiglia con le tre stelle e una mezzaluna e l’aquila nera ghibellina. Prima di accedere al giardino, passiamo dalla corte attraverso una sala con volta a botte, decorata con mattonelle opera di alchimisti, dice la contessa, mattonelle che quando era piccola si divertiva a colorare. Nel Giardino si percepisce tutto il suo amore per le piante che cura con prodotti biologici innovativi e ci racconta dei suoi gatti. Successivamente ci porta a visitare il piano nobile, dove si trova la stanza dedicata a PIO VI, descrivendo i quadri e le foto che raccontano una vita. Mentre la corte dei Borbone era in esilio a Gorizia anche Maria Teresa Carlotta di Francia, figlia di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta sostava a palazzo e da qui passò anche la principessa Sissi: la contessa chiedeva a sua nonna di raccontarle di lei. Nel salone delle feste ci si specchia nell’ opera di Pistoletto “SKIES”, in alluminio, che riproduce la sagoma della Mitteleuropa senza confini  mentre nella torre si trova l’opera di Kounellis. Palazzo Lantieri è davvero un gioiello e non solo per le sue camere arredate con mobili d’epoca ed affreschi originali dove abbiamo alloggiato immersi nella storia ed i suoi giardini storici che offrono un angolo di tranquillità nel cuore di Gorizia ma soprattutto per le sperienze esclusive che qui si possono vivere grazie alle visite guidate ai saloni nobiliari ed agli ambienti privati del palazzo. Se non si soggiorna si può comunque godere del palazzo e dei tesori in esso contenuti grazie alle visite guidate ed agli eventi culturali che vengono organizzati all’interno della struttura e che la aprono alla collettività proiettandola verso il futuro.

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Contrabbando e Storie di frontiera:

Dopo aver visitato Palazzo Lantieri ci siamo spostati in macchina in Piazza Transalpina, dove l’8 febbraio c’è stata la cerimonia inaugurale di Gorizia – Nova Gorica, Capitale Europea della Cultura 2025, piazza che è diventata simbolo di questa unione. Al centro della Piazza si trova il disco metallico che segna la linea del confine, dove venne edificato il muro che tagliò in due la città di Gorizia con il centro storico in territorio italiano, la stazione e la periferia della città in territorio jugoslavo. Qui si può stare letteralmente con un piede in Italia ed uno in Slovenia. In piazza si affaccia la Stazione della linea transalpina di Nova Gorica, costruita tra il 1900 e il 1906 che ricorda atmosfere d’altri tempi. Adiacente alla stazione c’è il bar “Bordo”, molto apprezzato, dove si respira un’atmosfera senza confini ed un piccolo museo del Contrabbando, dedicato all’attività transfrontaliera. Da qui alle 11 partiva il nostro tour del contrabbando (https://www.go2025.eu/it/whats-up/eventi/tour-del-contrabbando), prenotato online, in inglese, organizzato in occasione del ricco calendario di Go!2025 da guide slovene: un viaggio affascinante nei racconti e nei luoghi del contrabbando tra Italia e Slovenia. Il Tour del contrabbando si svolge lungo il percorso tra Piazza Transalpina e il museo del contrabbando di Pristava. Si deve attraversare più volte la frontiera, cercando di "far passare" ogni tipo di merce dall’altra parte. Il Tour ci avrebbe portato nelle successive due ore a percorrere a piedi, come dei veri contrabbandieri, con nuove identità, un lasciapassare e svariate merci, il tragitto tra i due paesi, attraverso sentieri sterrati fino al valico secondario del Rafut, a 15 minuti dal centro, istituito nel 1947 a seguito dei Trattati di Parigi. Il Valico era definito secondario perché poteva essere attraversato in passato dai cittadini di questi territori solo se si aveva il cd “lasciapassare”/Prepustnica. Da entrambi i lati esistevano due uffici doganali che oggi sono diventati due musei. Abbiamo così scoperto cosa si contrabbandava da una parte all’altra, come ci si ingegnava per non essere scoperti, gli indizi lasciati lungo il tragitto da amici e parenti per facilitare il passaggio delle merci, i versi che segnavano il via libera. Abbiamo attraversato il confine tra Slovenia e Italia trasportando miele, salame e grappa e poi il confine dall’Italia alla Slovenia portando con noi soldi, cioccolato, gomme, riviste proibite e caffè con tanto di controllo da parte di un finto doganiere e sotto gli occhi vigili del nostro esercito (quello si vero!), che era lì, anacronisticamente, a presidiare il confine sul Rafut, per impedire l’entrata di pericolosi terroristi provenienti dalla “rotta balcanica”. Sul lato sloveno, oltre il confine e la linea ferroviaria si entra in una zona denominata “Pristava” che in sloveno significa “nelle vicinanze di un castello” ed oggi occupato da case basse. Qui abbiamo visitato la collezione museale Pristava con una mostra dedicata allo šverc, il contrabbando nel goriziano dopo la seconda guerra mondiale. Il museo si trova negli ex uffici del valico di seconda categoria di Pristava (Prestava);in territorio italiano c’è invece il Museo del Lasciapassare/Prepustnica. In entrambi i musei si trova una fotografia molto particolare che rappresenta una linea bianca tracciata con la calce (il confine) ed una mucca bianca giusto a metà, indecisa su dove andare se Italia o Jugoslavia, capitalismo o comunismo. Questa emblematica foto è raccontata nel libro di Alessandro Cattunar “Storia di una linea Bianca. Gorizia, il confine, il Novecento” dove si trova una disamina dei principali eventi che la città ha vissuto nel 900. La stessa foto si trova nella rivista del Touring Club “Confini” in un interessante articolo “Italia Slovenia, cicatrici di confine” che descrive il valico del Rafut ed il museo di Pristava. Nelle teche del museo sul lato sloveno sono esposte le merci trafficate: gli italiani andavano in Jugoslavia a prendere carne, miele e sigarette, grappa e rum; gli jugoslavi venivano in Italia a prendere jeans, medicine, materiali da costruzioni e soprattutto il caffè: con 30 kg di caffè contrabbandato era possibile pagare le spese per un matrimonio o pagare un intero anno di affitto, gli studenti spesso pagavano gli affitti durante gli studi con il contrabbando. Dopo la visita è già ora di pranzo, così dopo un veloce aperitivo con le nostre guide slovene presso il bar “bordo” in Piazza Transalpina, con un tagliere di salumi e formaggi, eccoci a riprendere la macchina direzione centro di Gorizia, dove abbiamo parcheggiato nei pressi del Museo di Santa Chiara. Poco più avanti, in via Oberdan si trova, la Trattoria “Alla Luna”, un locale storico che merita una visita per gli arredi ed il servizio in abiti tradizionali. La storia della trattoria nasce nel 1876, quando Antonio Cadorini aprì una locanda per mercanti, viandanti e viaggiatori: nel giardino si faceva teatro e musica e la trattoria della locanda passò alla storia per la squisitezza dei suoi piatti. Nel 1956 la locanda “alla luna” venne riaperta e da allora è stata gestita dalla famiglia Pintar. Oggi è un luogo rilassante, un tuffo nei colori del passato e la cucina di una volta: abbiamo assaggiato piatti tipici come il gulasch goriziano con polenta, accompagnato da vino locale della casa.

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Il Carnevale europeo: tra colori, tradizione e spettacolo

Alle 15 eccoci di nuovo fuori, in Piazza Vittoria, ai piedi del Castello, dominata dalla chiesa di Sant’Ignazio con le due torri campanarie con cupole a cipolla, la casa Torriana dove alloggiò anche Casanova e la fontana del Nettuno. Qui abbiamo assistito per la prima volta al carnevale europeo con le sfilate di 18 gruppi provenienti da Austria, Svizzera, Germania, Slovenia e Friuli Venezia Giulia, con costumi, musiche e coreografie spettacolari. Questo carnevale è famoso per la Guggenmusik, uno stile musicale nato a Basilea, in Svizzera, nella seconda metà del XX secolo, caratterizzato da arrangiamenti di pezzi molto conosciuti volutamente grezzi e dissonanti: un vero e proprio fenomeno musicale. E’ stata una esperienza molto divertente ed anche emozionante in quanto come ha detto il Sindaco durante la manifestazione, e faccio mie quelle parole: “Riunire genti e popoli di diversi paesi in un momento in cui il mondo si divide ed essere insieme in questa amicizia calorosa e festosa facendo aprire le frontiere è un momento molto bello per la città di Gorizia e per l’Europa tutta che ne ha bisogno”.

 

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Andy Warhol a Gorizia: la mostra da non perdere

Abbiamo poi percorso da Piazza Vittoria via Giosuè Carducci fino ai Musei Provinciali di Palazzo Attems-Petzenstein per assistere alla mostra di Andy Warhol, inaugurata il 20 dicembre 2024, “Beyond de Bordes” (oltre i confini), visitabile fino al 4 maggio (https://www.go2025.eu/it/whats-up/news/a-gorizia-la-mostra-su-andy-warhol). Nelle sale di questo splendido palazzo sono esposte 180 opere del padre della pop art, provenienti da collezioni europee. Tra le opere esposte ci sono le famose Campbell's Soup, Flowers, Marilyn ed i ritratti di Muhammad Ali, Truman Capote, Grace Kelly, Jackie Kennedy, Mickey Mouse e Superman. Marilyn è la prima diva rappresentata come icona post bizantina, priva di profondità, come le icone della chiesa di San Crisostomo a Pittsburgh dove la madre portava l’artista da bambino. Jackie Kennedy è ritratta nelle immagini diventate virali del funerale del presidente Kennedy; Warhol è ossessionato dalla morte: dipinge Liz Taylor quando sa che è gravemente malata a causa del suo alcolismo. Le immagini dipinte da Warhol provengono da ritratti fotografici logorati dall’abuso mediatico che ne viene fatto. Le opere più importanti furono quella di Lenin realizzata nel 1986 e di Mao il leader cinese rappresentato nel libro rosso, divenuto famoso grazie all’apertura della Cina nei confronti dell’America, in un contesto antisovietico degli anni settanta: una mostra davvero imperdibile. Di ritorno verso Piazza Vittoria, anche se i caffè storici di Gorizia non esistono più, ci siamo fermati nel Bar Vittoria in stile simil liberty e dall’affaccio sul salotto della città, per una pausa caffè.

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Ungaretti a Gorizia: il poeta soldato tra guerra e poesia

Abbiamo poi raggiunto il Museo di Santa Chiara dove fino al 4 maggio c’è una mostra meravigliosa dedicata ad “Ungaretti Poeta e Soldato. Il Carso e L’anima del mondo” (https://letsgo.gorizia.it/it/eventi/ungaretti-poeta-e-soldato/). Questa mostra, attraverso le opere di artisti contemporanei, tra le quali quelle di Cesare Mirabella e video sulla vita del poeta con inedite interviste e recital dei suoi versi più importanti, ripercorre la storia della grande guerra. Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio del 1888, nel 1915 allo scoppio della guerra mondiale e dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria Ungheria, il 1 giugno, viene richiamato alle armi. In trincea assiste agli orrori della guerra e a San Michele partecipa alla presa del monte il 10 agosto; qui scrive: “dal San Michele conquistato ….ho visto cose meravigliose, si vede il mare, si vede il mare” e proprio davanti alla bellezza del paesaggio tutt’intorno compone la sua lirica più famosa “m’illumino di immenso”. Ritornerà in pellegrinaggio su quel monte solo nel 1966 pochi anni prima della morte (avvenuta nel 1970), in occasione di un incontro internazionale di poesia a Gorizia.

 

Lokanda Deketak: 150 anni di tradizione gastronomica da scoprire

Il nostro itinerario a Gorizia termina proprio a San Michele del Carso, nei luoghi della grande guerra, a 20 minuti da Gorizia, nella Lokanda (che qui si chiama Gostilna ) della famiglia Devetak, qui dal 1870. La storia di questa famiglia è raccontata nel romanzo di Enrico Maria Milič “La locanda ai margini d’Europa” e come ha detto a noi lo stesso protagonista Ustili quello che è scritto nel libro è tutto vero. Sono passati 150 anni da quando Marija e Ivan il vecchio, di mestiere “suster” (calzolaio), mentre i clienti aspettavano le riparazioni, offrivano loro del vino, un pezzo di pane e del salame. Oggi nella Taverna si incontrano Ustili, Gabriella e le loro 4 figlie che accolgono il mondo intero attorno ad una tavola sul Carso. Abbiamo assaggiato la Šelinka (zuppa di sedano , prosciutto, patate) secondo la ricetta di nonna Helka, dimenticandola a cuocere sullo Spargher e gli gnocchi di pasta lievitata, cotti col forno al vapore con la zucca. Taglieri di salumi e formaggi delle aziende agricole del circondario e, per finire in bellezza, il Tirame sù ovvero la coppa vetturino secondo la ricetta originale di Mario Cosolo, con panna e Marsala, inventata proprio in Friuli Venezia Giulia. Come riportato tra le pagine del libro “Qui l’ospitalità è spontanea e rispettosa, l’ambiente curato e la cucina tradizionale”. Accompagnati da Tjasa (la terza delle figlie) siamo andati giù nella straordinaria cantina scavata nella roccia del Carso per una visita esclusiva. Prima di andare via abbiamo portato in Puglia i sapori di questa terra acquistando miele e confetture prodotti da Sara (la primogenita), nella sua azienda agricola.

Domenica mattina ci siamo goduti ancora un po’ Palazzo Lantieri prima di salutare Gorizia. Sulla via per l’Aeroporto di Trieste abbiamo fatto tappa presso il Sacrario di Re di Puglia, passando da Gradisca d’Isonzo, meravigliosa con il suo Castello.

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-----INFORMAZIONI PRATICHE-----

COME ARRIVARE

In aereo arrivate all’ Aeroporto di Trieste e poi noleggiare un’auto. In Treno scendete alla Stazione di Gorizia Sud sulla linea Venezia-Trieste.

 

DOVE DORMIRE

In piazza Sant’Antonio si trova Palazzo Lantieri (https://www.palazzo-lantieri.com/it ) per un soggiorno nella storia: da qui sono passati papi, principi, uomini di cultura ed artisti. E’ un contenitore di arte contemporanea proiettato verso il futuro. Le stanze del piano nobile hanno vista su un giardino persiano. Le camere sono e ampie, pulite e dotate di tutti i confort. Si soggiorna tra arredi d’epoca, quadri e foto di famiglia. Le persone che ci vivono sono pronte a raccontare la storia di questo luogo meraviglioso. All’interno di palazzo Lantieri ci sono tesori unici al mondo che i proprietari condividono con tutta la comunità.

 

DOVE MANGIARE

In Piazza Sant’Antonio si trova Atmosfere La Stüa (https://www.atmosferelastua.it/), birreria enoteca con un ottima selezione di carni alla brace. Ubicato nel chiostro di Sant’Antonio ha arredi in legno e di design.

Se cercate un locale storico e servizio in abiti tradizionali in via Oberdan, in centro, si trova la Trattoria alla Luna (https://trattoriaallaluna.com/). Ottimo il Gulasch con Polenta alla Goriziana ed il vino della casa.

Nel Caffè Vittoria, in stile simil liberty e con affaccio sul salotto della città si possono assaggiare taglieri. Ottimo per un aperitivo o una pausa caffè. Contattare le pagine fb per ulteriori info.

Il Caffè Bordo, presso la stazione in piazza transalpina è ottimo per un aperitivo o una pausa caffè. E’ una birreria vintage molto apprezzata. Contattare le pagine fb per ulteriori info.

Se volete assaggiare i gusti del confine la Lokanda Devetak (https://www.friuliviadeisapori.it/excellence/lokanda-devetak/) è attiva a San Michele del Carso dal 1870. Qui si viene per la zuppa Šelinka cotta secondo la ricetta della nonna Helka , per gli gnocchi, per la straordinaria cantina di vini locali scavata nella roccia del Carso e per assaggiare il Tirame sù secondo la ricetta tradizionale di Mario Cosolo con panna e Marsala. Conoscere la famiglia Devetak vale il viaggio, esempio di resistenza e resilienza in una terra di frontiera. Sara Devetak produce nella sua azienda agricola miele e confetture che possono essere acquistate nel locale adiacente la Taverna.

 

COSA LEGGERE PRIMA DI PARTIRE

Alessandro Cattunar ha scritto un libro meraviglioso “Storia di una linea Bianca. Gorizia, il confine, il Novecento” per conoscere la storia di questa terra meravigliosa. Bottega Errante Edizioni s.r.l. 2024

Per approfondire le storie del confine nella rivista del Touring Club Confini c’è l’articolo “Italia Slovenia, cicatrici di confine”. Touring servizi, Milano 2024.

Nello speciale Italia viaggi 2025 di DOVE c’è un articolo dedicato alla “Frontiera del Dialogo ed al Viaggio nella città che condivide con la gemella slovena, il titolo di Capitale Europea della cultura. Perché i confini aprono all’incontro e allo scambio”.

Imperdibile è la “Guida alla capitale europea della Cultura” di Andrea Bellavite su “Gorizia Nova Gorica Due città in una”. Ediciclo editore s.r.l. 2024.

Le vicende della famiglia Devetak sono tutte raccontate nel libro di Enrico Maria Milič “La locanda ai margini d’Europa”. Bottega Errante Edizioni s.r.l. 2023.

 

ULTERIORI INFO

Per approfondimenti consultate l’Ente Turismo del Friuli Venezia Giulia (Friuli Venezia Giulia) e la pagina degli eventi GO25! (Nova Gorica - Gorizia capitale europea della cultura 2025).